Cosa sono i Disturbi Alimentari?
I Disturbi Alimentari non sono solo una questione di cibo, peso o corpo. Sono esperienze complesse, radicate nel modo in cui una persona vive la relazione con se stessa, con le emozioni, con il proprio corpo e con il mondo.
Anoressia, Bulimia, Binge Eating Disorder (BED), ARFID, Night Eating Syndrome, Ortoressia… sono solo alcune delle diagnosi che conosciamo. Ma dietro le etichette ci sono storie uniche, vissuti personali che non si vedono sempre da fuori e che non hanno un corpo “tipico”.
Un Disturbo Alimentare può avere conseguenze fisiche, ma soprattutto invade i pensieri, le relazioni, l’umore e la libertà di vivere. Mangiare diventa terreno di controllo, conforto o punizione; il corpo, un bersaglio di ossessioni, paure, aspettative.
Spesso immaginiamo il disturbo alimentare come legato solo alla magrezza, ma la realtà è molto più complessa:
non tutte le persone con un disturbo alimentare sono magre,
non tutte le persone magre hanno un disturbo alimentare,
il peso non racconta mai tutta la storia.
Dietro a un sintomo come il controllo rigido del cibo, le abbuffate, il vomito autoindotto o il digiuno, ci sono spesso ansia, dolore, vergogna, senso di inadeguatezza.
Parlare di Disturbi Alimentari in modo inclusivo significa riconoscere che nessun corpo è “troppo” o “troppo poco” per meritare ascolto e cura.
La cura non è fatta solo di riabilitazione nutrizionale, ma anche di spazio per elaborare significati, emozioni, traumi, esperienze e rapporto con la propria immagine corporea. E riguarda tuttə: corpi magri, grassi, disabili, trans, neurodivergenti, bianchi, razzializzati. Nessuno escluso.
Campanelli d’allarme: quando preoccuparsi?
I Disturbi Alimentari non hanno un’unica faccia. A volte i segnali sono visibili, altre volte no.
Ecco alcuni campanelli d’allarme che possono indicare una relazione problematica con cibo e corpo:
Pensieri persistenti su peso, corpo, cibo, movimento
Evitare situazioni sociali legate al cibo (cene, pranzi, feste)
Saltare pasti o seguire regole alimentari rigide
Mangiare di nascosto o con senso di colpa
Abbuffate seguite da vomito, esercizio fisico compulsivo o digiuno
Perdita o aumento di peso marcati e rapidi (ma non è sempre presente!)
Paura intensa di prendere peso, anche in assenza di variazioni reali
Commenti negativi costanti su sé stessə (“sono inguardabile”, “faccio schifo”)
Uso del corpo come unico metro di valore personale
Calo dell’umore, ritiro sociale, perdita di interesse per attività abituali
Importante:
Non tutti questi segnali devono essere presenti perché ci sia un Disturbo Alimentare. E soprattutto, non serve una diagnosi per meritare ascolto e supporto.
Serve la forza di volontà per guarire?
I Disturbi Alimentari non sono una scelta. Non sono un capriccio, una fase adolescenziale, “una cosa da donne” o un comportamento per attirare l’attenzione: sono una malattia.
Molti pensano che per uscire da un Problema Alimentare serva necessariamente avere una grande forza di volontà.Questa è una credenza totalmente falsa e molto pericolosa per diversi motivi.
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