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Cos’è l’Immagine Corporea?

L’immagine corporea è molto più di uno specchio

Il corpo non è solo ciò che mostriamo al mondo, ma anche lo spazio in cui abitiamo, ci raccontiamo, ci riconosciamo e ci smarriamo. 
Non è un’esperienza neutra. Cresciamo in una cultura che ci insegna fin da bambinə a guardare il nostro corpo come un progetto da correggere. Che ci convince che il nostro valore si misuri in centimetri, chili e conformità.

E così, ci ritroviamo a spendere tempo, energie e denaro inseguendo un corpo “giusto”, quando alla fine, per questa società,  nessun corpo lo è abbastanza.

Cos’è l’immagine corporea?

Quando parliamo di immagine corporea, non ci riferiamo solo a come appare il nostro corpo allo specchio, ma a come lo viviamo, lo percepiamo e lo sentiamo.

L’immagine corporea è un’esperienza personale e sociale, fatta di pensieri, emozioni, percezioni e credenze che abbiamo sul nostro corpo. Si forma nel tempo, a partire dall’infanzia, e cresce con noi, influenzata da famiglia, scuola, cultura, relazioni, media e società.

È un costrutto psicosociale complesso costituito da almeno due dimensioni

  • Dimensione concreta (schema corporeo): è la “mappa mentale” che ci facciamo del nostro corpo, la percezione della sua forma, delle sue proporzioni e dei suoi confini.
    ➥ Esempio: sapere dove sono le nostre braccia anche a occhi chiusi.

  • Dimensione emotiva: è il modo in cui ci sentiamo e valutiamo il nostro corpo, le parti che ci piacciono o ci creano disagio.
    ➥ Esempio: sentirsi a disagio per le proprie gambe in spiaggia o provare piacere nel muoversi a ritmo di musica.

Queste dimensioni non sono fisse: cambiano ogni giorno, influenzate dai cambiamenti nel tempo del nostro corpo ma anche quotidianamente dal  nostro umore, dalle esperienze che facciamo e dal modo in cui veniamo guardatə dagli altri e percepiamo i loro sguardi e commenti.

Quando si forma l’immagine corporea?

L’immagine corporea si sviluppa fin dai primi mesi di vita. Da bambinǝ iniziamo a riconoscere il nostro corpo e a esplorarlo: prima come oggetto fra gli altri, poi come parte di noi. Verso i 3-4 anni iniziamo a disegnarlo, e crescendo lo collochiamo in uno spazio e gli diamo una storia.

Ma questa crescita non avviene in uno spazio neutro: avviene dentro una cultura, che ci insegna presto cosa è considerato bello, desiderabile, accettabile. Non nasciamo odiando il nostro corpo: impariamo a farlo.

Cosa influenza la nostra immagine corporea?

Impariamo a farlo perché l’immagine corporea, non essendo solo lo schema del nostro corpo, è influenzata da tanti aspetti:

  • Aspetti culturali e sociali: ideali di bellezza, pressione alla magrezza, grassofobia, rappresentazioni dei media.
    ➥ Esempio: sentire di dover dimagrire per essere accettatə o ricevere commenti positivi sul proprio corpo es “come sei brava che sei riuscita a dimagrire!”.
  • Comportamenti e pensieri personali: confrontarsi costantemente con gli altri, controllare o evitare lo specchio, parlare di sé in modo negativo.
    ➥ Esempio: dire “ho le cosce enormi” davanti allo specchio o evitare di andare al mare per paura del giudizio.

Non è solo “come ci vediamo allo specchio”, ma anche ciò che crediamo di dover essere, fare o cambiare per sentirci adeguatə. È il pensiero che ci attraversa quando ci guardiamo in una vetrina. È la sensazione di vergogna che ci frena dal partecipare a una giornata in spiagga, dal mangiare fuori, dall’essere fotografatə. È la convinzione che il nostro corpo sia il problema.

Perché è importante parlare di immagine corporea?

Spesso, l’immagine corporea negativa viene normalizzata, o vista come un problema estetico da risolvere: “non ti piaci? cambia il corpo”. Ma il lavoro sull’immagine corporea non riguarda il cambiare come il corpo appare, bensì il cambiare come viviamo dentro il corpo che abbiamo.

Una relazione difficile con il corpo può influenzare tanti aspetti della vita:

  • Autostima
  • Umore
  • Relazioni sociali e sessuali
  • Dialogo interno
  • Rapporto con il cibo
  • Rapporto con il movimento

Spesso il pensiero “mi vedo grassə” si trasforma in “devo cambiare il mio corpo”, che a sua volta diventa “oggi mangerò meno carboidrati” o “da domani dieta”. La cultura della dieta alimenta questa catena, facendoci credere che magrezza significhi felicità, controllo e valore.

Ma attenzione: non è il peso a determinare l’immagine corporea.
Ci sono persone magre con immagine corporea negativa e persone grasse con immagine corporea positiva e viceversa. Il lavoro sull’immagine corporea va oltre il numero sulla bilancia.

 Cos’è la riabilitazione dell’immagine corporea?

L’obiettivo del lavoro sull’immagine corporea non è imparare ad amare ogni parte del corpo. È trovare un modo per smettere di combattere la battaglia contro la società e i modi in cui ci chiede che il nostro corpo appaia.

È costruire una relazione più stabile, più gentile, più abitabile.
È rimettere l’aspetto del corpo al suo posto: importante, ma non così tanto da offuscare tutto il resto. 

Imparare a vivere in un corpo che non si giudica a ogni specchio.
Riscoprire come nutrirlo, ascoltarlo, rispettarlo.
Riuscire a tornare a casa nel proprio corpo.

Nel mio lavoro clinico, mi occupo di accompagnare le persone in percorsi di riabilitazione dell’immagine corporea con un approccio inclusivo, non patologizzante, radicato nei principi della fat liberation, del femminismo intersezionale, degli approcci AIPS® e della salute ad ogni taglia.

Se vuoi approfondire puoi fare il mio minicorso online

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