“Perché non trovo la forza di volontà per uscire da questo problema?”
Questa è una frase che chi soffre o ha sofferto di un problema alimentare probabilmente ha pensato almeno una volta.
Che cos’è la forza di volontà?
Questa locuzione deriva dal latino “voluntas -atis” dal verbo “volo” che significa volere. Nel dizionario la volontà è intesa come la “capacità dell’uomo di prendere con consapevolezza una decisione per la realizzazione di un determinato scopo, adeguando a esso il proprio comportamento”.
Da qui ne deriva che chi ha forza di volontà è colui che riesce a mettere in atto tali comportamenti per raggiungere il proprio obiettivo.
Che ruolo ha la forza di volontà nel percorso di guarigione da un Problema Alimentare?
Molti pensano che per uscire da un Problema Alimentare serva necessariamente avere una grande forza di volontà.
Questa è una credenza totalmente falsa e molto pericolosa per diversi motivi.
Ragioniamo sulle caratteristiche dei Problemi Alimentari
I Disturbi Alimentari non sono una scelta. Non sono un capriccio, una fase adolescenziale, “una cosa da donne” o un comportamento per attirare l’attenzione: sono una malattia.
Sono riconosciuti e classificati, come disturbi mentali, nei principali manuali diagnostici attuali quali il DSM 5 redatto dall’American Psychiatric Association, e l’ICD–10 redatto ed approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Sembra assurdo pensare che qualcuno possa scegliere volontariamente di ammalarsi, a nessuno verrebbe mai in mente di pensarlo per altre patologie come un raffreddore o un tumore, eppure sui Disturbi Alimentari questo pregiudizio è incredibilmente forte.
Colpiscono persone di tutte le età, generi e razze, di tutti i pesi e le forme del corpo, di ogni orientamento sessuale e classe sociale. Sono patologie con una causa multi-fattoriale: entrano cioè in gioco diversi fattori di tipo biologico, psicologico e sociale che, nel loro insieme, costituiscono i fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento della malattia.
Questo significa che non vi è un’unica causa e soprattutto che nessuno studio scientifico dimostra che colpiscano le persone prive di forza di volontà.
Se davvero bastasse voler guarire, chi non lo farebbe?
Poiché non sono una scelta ma una malattia è evidente che la sola forza di volontà non possa guarirli. Pensereste mai che per guarire da una broncopolmonite serva la forza di volontà?
Se davvero bastasse la forza di volontà chi sceglierebbe di essere ossessionato dal pensiero del cibo?
Chi vorrebbe continuare a stare male?
Conseguenze del credere che dipenda tutto dalla forza di volontà
Attribuire alla propria guarigione o non guarigione la forza di volontà ha delle conseguenze molto negative sia sulla persona che soffre che sulle sue relazioni familiari e interpersonali.
Uno dei rischi più gravi è quello di non chiedere aiuto.
Se penso che il riuscire ad uscire da questo problema dipenda in parte o totalmente da quanto sono forte e determinatə sarò portatə a pensare di potere e dovere farcela da solə.
Non chiedere aiuto ha due ulteriori conseguenze negative: da una parte l’allungarsi del tempo di malattia non trattata peggiora i sintomi e la prognosi (rende cioè più lunga e difficile la possibilità di guarigione); dall’altra peggiora l’autostima e il senso di auto-efficacia.
Il secondo può apparire “meno grave” ma in realtà rischia di protrarsi anche dopo la guarigione dal Disturbo Alimentare su altre aree di vita come quello lavorativo o relazionale, ha dunque un impatto molto alto sulla persona nel suo insieme.
Il rischio di dire involontariamente a chi ne soffre delle frasi non utili.
“Dai, basta semplicemente mangiare!”
“Non puoi sforzarti e controllarti di più sul mangiare?”
“Se ci metti forza di volontà puoi farcela”
“Sforzati di più!”
Frasi come queste, sono frasi che a volta si dicono per incoraggiare il familiare o persona cara che soffre del problema alimentare. In realtà sono tutte basate proprio sulla credenza che per la guarigione basti la forza di volontà.
Può essere utile sostituirle con frasi più comprensive come:
“So che è difficile affrontare il cibo in questo momento”
“Immagino possa essere difficile avere la sensazione di perdere il controllo davanti al cibo”
“So che ti stai impegnando in questo percorso e hai tutto il mio sostegno”
“Piano piano starai meglio”
Forza di volontà vs motivazione
Ma allora la persona non ha nessun ruolo attivo nella sua guarigione?
Questo non va assolutamente confuso con la forza di volontà: una parte fondamentale del percorso di guarigione è quello della motivazione, la persona (con l’aiuto del/ dei terapeuta/i) deve riuscire a trovare la motivazione per iniziare a guarire.
A differenza delle altre malattie infatti i Disturbi Alimentari (soprattutto nelle fasi iniziali) hanno dei sintomi che vengono definiti egosintonici: sono cioè percepiti come non fastidiosi dalla persona.
Questo può rendere difficile il voler cambiare e può portare a dire la famosa frase che avete letto all’inizio dell’articolo “perché non trovo la forza di volontà per uscire da questo problema?”
Lavorare sulla motivazione al cambiamento è uno step importantissimo che però non dipende quindi dalla forza di volontà ma dalle caratteristiche stesse della malattia.
Per questo è importante affidarsi a dei professionisti esperti.
Ricapitolando: la forza di volontà non può guarire i Disturbi Alimentari
Repetita iuvant.
I Disturbi Alimentari non sono una scelta ma una malattia quindi la forza di volontà non ha nessun potere curativo.
Se si pensa di soffrire di un problema alimentare è importante rivolgersi ad un professionista esperto.
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