Probabilmente non ci siamo mai fermati a riflettere a lungo sugli effetti che i media hanno sulla nostra immagine corporea.
O meglio: se ci siamo già addentrati nel riconoscere i loschi meandri della diet culture e dell’industria della bellezza forse abbiamo già fatto una piccola riflessione sul potere che possono avere sul nostro ideale di femminile i corpi delle modelle o le pubblicità alla tv.
Immagine corporea e pubblicità
Abbiamo probabilmente notato che le pubblicità che foraggiano l’industria della bellezza e della dieta sono quelle che vanno proprio ad agire sulla nostra sensazione di “non essere abbastanza bellə” così da farci acquistare dei prodotti “risolutivi”. Questo accade ad esempio negli spot mirati come quelli delle creme anticellulite o dei “prodotti dimagranti”; tuttavia accade qualcosa di molto analogo anche nelle pubblicità che dovrebbero essere neutrali come gli spot di scarpe o gioielli ma che ahimè di neutrale non hanno proprio niente, rinforzano anzi l’ideale di bellezza associato alla magrezza.
Se nelle pubblicità, dopo una breve riflessione il collegamento può finalmente apparirci molto chiaro e lineare, la situazione si complica leggermente se ci soffermiamo a pensare a cosa accade quando invece guardiamo un film o una serie tv, azione che la maggior parte delle persone compie quotidianamente.
Scopriamolo con un viaggio tra la ricerca scientifica
Numerosi studi dimostrano che l’esposizione mediatica a corpi femminili che rientrano nei canoni attuali di bellezza (corpi magri, bianchi, attraenti) ha degli effetti sull’insoddisfazione corporea delle spettatrici che si riconoscono nel genere femminile.
L’interiorizzazione dell’ideale di magrezza come fattore di rischio.
Questi dati sono molto importanti se associati ad altri studi che dimostrano che l’interiorizzazione dell’ideale di magrezza è un fattore di rischio per l’immagine corporea negativa e per i disturbi alimentari, soprattutto se in combinazione con altri fattori di rischio come la dieta.
La correlazione tra l’inizio di una dieta (in modo particolare quelle drastiche e fai da te ma non solo) e i problemi alimentari è dimostrata da diversi studi scientifici.
Alcuni studi riferiscono, ad esempio, che intraprendere una dieta ipocalorica in un giovane “normopeso” aumenti di 8 volte il rischio di sviluppare in futuro un Disturbo Alimentare e studi ancora più recenti riferiscono che l’aumento del fattore di rischio sia di ben 18 volte superiore rispetto ad un adolescente che non segue nessun alcun regime dietetico.
La rappresentazione delle persone grasse
Il ricercatore Gregory Fouts con i suoi studi ha messo in evidenza come le donne sottopeso siano sovra rappresentate nelle serie tv: solo il 5% delle donne nelle serie tv sono grasse (sovrappeso secondo la definizione standard di BMI). Ma la cosa più importante è che quando le donne grasse appaiono, tendono a subire commenti negativi da altri personaggi sul loro aspetto. Questi commenti sono quasi sempre seguiti da risate “preparate di sottofondo”, che indicano che ci si aspetta che il pubblico sia d’accordo sul fatto che questi personaggi debbano essere presi in giro. Una seconda ricerca più recente dello stesso autore evidenzia come effetti negativi simili (risate e commenti) avvengano anche in presenza di corpi maschili grassi.
Entrambi gli studi ci mostrano quanto questa rappresentazione aumenti lo stigma e i pregiudizi sulle persone grasse che vengono in questo modo sempre dipinte come impopolari, simpatiche, divertenti, sole, pigre etc… e rinforza inoltre la convinzione che tali caratteristiche (che ricordo non sono affatto reali ma vengono associate in maniera automatica attraverso i pregiudizi) siano degne di risate e prese in giro.
Di contro da alcuni studi è emerso che altre serie tv rafforzano l’ideale di magrezza=bellezza a cui vengono associate altre caratteristiche positive come la desiderabilità, la ricchezza, la popolarità etc… L’esposizione a tali ideali durante l’adolescenza aumenta il desiderio di avere un corpo magro sia nel genere maschile che femminile.
Una ricerca sulla serie TV “Friends”
Da uno studio canadese del 2009 è emerso che guardare anche solo 10 minuti di serie come “Friends” che ha come protagonisti persone magre e attraenti, peggiora l’insoddisfazione corporea delle giovani donne.
Quando ho letto questo articolo ho fatto una riflessione che ha generato in me due domande.
Poiché Friends non è una serie tv che ha come tema centrale il corpo, l’immagine corporea o il peso delle persone: possiamo presumere che succeda lo stesso con altre serie tv simili? E cosa accade invece quando le serie tv hanno come tematica centrale il peso o l’immagine corporea?
Una collaborazione speciale per rispondere a questa domanda
Questa riflessione ha trovato spazio in una bellissima collaborazione con due persone fantastiche che mi hanno portato a fare questa ricerca bibliografica su questa tematica: Eva, critica televisiva e creatrice della interessantissima pagina su instagram @watch.me.jiggle e Ludovica che si occupa di uguaglianza di genere nelle politiche pubbliche e soprattutto che ha avuto l’idea di unire le nostre competenze ed ospitarci all’interno del suo progetto @genderandchill .
Con loro abbiamo voluto creare su IG un percorso di 4 episodi all’esplorazione della grassofobia nelle serie TV, osservando il modo in cui esse rinforzano i pregiudizi e il rischio di un’immagine corporea negativa, e il modo in cui possono piuttosto contrastarli.
Nelle immagini qui sotto vi lascio da leggere questo meraviglioso lavoro a 6 mani.
- Fouts, G., & Vaughan, K., 1999
- Grabe, Ward & Hyde, 2008
- Groesz, Levine & Murnen, 2002
- Patton et al, 1990
- Patton et al, 1999
- Thompson & Stice, 2001
- Tiggemann, M., 2005
- Want, S.C., 2009
- Want, S.C., Vickers, K. & Amos, J., 2009
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