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Ma la salute?

“E ma la salute?”
Questa è la classica obiezione che viene fatta quando si parla di rispettare tutti i corpi compresi quelli grassi. 

Per rispondere a questa domanda ho creato un breve video illustrato che mostra i risultati di uno studio a riguardo pubblicato in un articolo scientifico. 
Vorrei fare una riflessione insieme a voi per capire da dove nasce questa domanda e perché la questione salute e peso viene spesso affrontata come se le due cose andassero per forza di pari passo.

Grassofobia, stereotipi e pregiudizi

Perché se parliamo di accettazione di un corpo grasso una delle prime osservazioni è “ma la salute?”
Questa domanda deriva principalmente dalla grassofobia interiorizzata presente nella nostra società e dai pregiudizi e gli stereotipi che ci sono sulle persone grasse. 

Cosa significa grassofobia?
Letteralmente grassofobia significa “paura del grasso” ma il significato si estende  più in generale alla paura di diventare grassi e delle persone grasse. 

Cosa c’entrano stereotipi e pregiudizi?
Questa paura è alimentata dagli stereotipi come magro=bello  che generano una serie di conseguenti pregiudizi legati al peso come quelli sul fatto che le persone grasse siano brutte, poco attraenti, pigre o sbagliate. Questo genera ovviamente una paura  altissima che diventare grassi significhi per forza avere tutte queste caratteristiche.

Grassofobia e la questione peso e salute
Veniamo al nocciolo della questione: perché la grassofobia influisce sul collegare la salute al peso?

I pregiudizi negativi sulle persone grasse influenzano anche la questione salute perché si da per scontato che se una persona  è grassa non si prende cura di sé, non mangia in maniera salutare e non fa allenamento fisico. 
Ma sono solo dei pregiudizi perché in realtà fare deduzioni sullo stile di vita e sullo stato di salute di una persona in base al suo peso è letteralmente impossibile. 
Esistono persone grasse perfettamente in salute, così come esistono persone magre non in salute. 
Il concetto di salute inoltre è  molto più complesso della questione alimentazione – peso – allenamento così come non determina il valore di una persona. 

Vi racconto un articolo scientifico 

Per dimostrare meglio questi concetti abbastanza complessi ho scelto di mostrarvi una ricerca scientifica su questo tema.
Lindo Bacon una ricercatore  dell’approccio Health at Every Size (Salute a qualsiasi taglia/peso)  basato sulla body positivity, ha provato a rispondere alla fatidica domanda “ma la salute?” conducendo un apposito studio scientifico effettuato su donne grasse della durata di 2 anni.

OBIETTIVO DELLA RICERCA
L’obiettivo
della ricerca era principalmente quello di rispondere a due domande:
1: le diete funzionano a lungo termine?
2: l’affermazione magro=sano e grasso=non sano è corretta?

Lo studio (per gli esperti del settore si tratta di esattamente di uno studio clinico randomizzato controllato) osservava 78 donne di età compresa tra i 30 e i 45 anni considerate “obese” secondo i criteri di BMI (l’indice di massa corporea basato sul rapporto peso e altezza). 
Le donne avevano in comune anche un’altra importante caratteristica: erano delle chronic dieters”, avevano cioè già sperimentato in vita loro numerose diete. 

I DUE GRUPPI
Le donne vennero divise in due gruppi.
Nel primo gruppo (che chiamerò ” gruppo A”)  le donne erano invitate a seguire un protocollo standard di dieta basato su un’alimentazione ipocalorica ed elevata attività fisica. Inoltre alle donne veniva espressamente detto che l’obiettivo era quello di “perdere peso”. 

Nel secondo gruppo (che chiamerò “gruppo B”) invece alle donne non venne detto di “perdere peso” ma di “provare ad accettarsi”. Il loro protocollo era basato sui concetti del mangiare intuitivo:  hanno insegnato loro come mangiare ascoltando i segnali di fame e sazietà del loro corpo ed è stato detto loro che potevano mangiare i cibi che desideravano e fare l’attività fisica che preferivano quando volevano.

COME VENIVA VALUTATO LO STATO DI SALUTE?
Lo studio durava in totale 2 anni. 
Per i primi 6 mesi i due gruppi dovevano seguire il protocollo che era stato loro assegnato, dopo di che venivano ricontrollati alcuni parametri (presi anche prima dell’inizio del percorso) alla fine dei 6 mesi, dopo 1 anno e dopo 2 anni. 

I parametri che venivano valutati erano  peso, altezza e BMI e quelli considerati per definire lo stato di salute:
– quelli medici come pressione sanguigna, livelli di colesterolo e trigliceridi, dispendio energetico;
– quelli più comportamentali come la presenza di restrizione (cognitiva o dietetica) o la presenza di sintomatologia di un disturbo alimentare;
– quelli psicologici come i livelli di autostima, depressione e immagine corporea. 

I RISULTATI
Il 41% del gruppo A (a dieta) ha abbandonato lo studio mentre solo l’8% del gruppo B (non a dieta) ha abbandonato lo studio. 

Gruppo A (a dieta):  dopo 1 anno le partecipanti avevano perso perso e migliorato tutti i parametri di salute (sia quelli fisici che quelli psicologici); alla fine dei 2 anni invece avevano ripreso peso (qualcuna anche più di quando avevano iniziato lo studio) ed erano peggiorati tutti gli altri parametri di salute (sia fisici che psicologici). 
Gruppo B (non a dieta): avevano mantenuto il loro peso iniziale ed erano migliorati tutti i parametri di salute (sia fisici che psicologici) anche alla fine dei due anni; erano quindi riuscite senza perdere peso ad essere in ottima salute.


Torniamo quindi all’obiettivo della ricerca per rispondere alle due domande:
1: le diete funzionano a lungo termine?
Questo studio (ma anche numerose altre ricerche scientifiche) ha dimostrato che le diete sembrano funzionare nel primo periodo (il gruppo A aveva effettivamente perso peso e migliorato i parametri di salute) ma non funzionano sul lungo periodo (dopo 2 anni non solo non avevano mantenuto il peso perso ma avevano peggiorato il loro stato di salute). 

2: l’affermazione magro=sano e grasso=non sano è corretta?
Questo studio sembra dimostrare la teoria di cui vi parlavo all’inizio di questo articolo in base alla quale questa affermazione è semplicemente frutto dei pregiudizi. Le donne del Gruppo B infatti pur non avendo peso e rimanendo quindi grasse erano riuscite ad essere in perfetta salute (intesa sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psicologico).

 

Bibliografia:

– L.Bacon et al;  Size Acceptance and Intuitive Eating Improve
Health for Obese, Female Chronic Dieters
,  Journal of the AMERICAN DIETETIC ASSOCIATION, 2005. 

Note:  nel video troverete “Linda” e non “Lindo” perché é stato creato tempo fa. 

“Lindo. Yes, I am Lindo. There’s continuity there, a specificity I recognize. I can still be the beautiful human my parents dreamed of; I can still be my history, me. Just not the feminized version, because I was never a girl. I was never Linda, not really. But Lindo? Lindo, I recognize. This new name — that’s not new at all, just slightly, rightly different — feels like home to me.”  

www.lindobacon.com


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